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![]() SOVRANITÀ Potere eminente che si esercita da parte di uno stato o di un sovrano, che non riconoscono alcuna autorità a sé superiore, nei confronti di coloro che abitano in un determinato territorio. L'espressione, ricollegabile alla genesi dello stato moderno soprattutto nella prima fase dell'assolutismo, comparve alla fine del XVI secolo e fu diffusa soprattutto attraverso l'opera di Jean Bodin Six libres de la République (1576), in cui veniva definita come potenza assoluta e perpetua. Ciò consentiva allo stato di affermarsi sulle forze universalistiche del papato e dell'impero e di dare piena legittimità a un potere che si andava consolidando con una dura lotta contro le forze feudali e particolaristiche. In questo processo il monopolio del potere tendeva a concentrarsi nella figura del re, al quale spettava il compito di mantenere la pace tra i propri sudditi, difenderli dai pericoli esterni e provvedere al loro benessere. Ne conseguiva che il monopolio del potere si trasformava in monopolio della forza e portava a un progressivo depotenziamento dei ceti privilegiati della società di ordini e a un loro inserimento entro la compagine statale. La sovranità non si esplicava, però, solo all'interno dei confini ma investiva anche le relazioni internazionali. La mancanza di limiti nell'esercizio del potere, rivendicata dal sovrano, poneva problemi di rapporti con gli altri stati che si cercò di regolare definendo precise e vincolanti norme di diritto internazionale (U. Grozio, 1583-1645). I dibattiti sui caratteri della sovranità (assoluta, perpetua, inalienabile, indivisibile, secondo Bodin) risentirono delle vicende politiche dell'Europa del XVII-XVIII secolo e portarono a elaborare ulteriori definizioni della stessa specie a opera di T. Hobbes (1588-1679) e di J. Locke (1632-1704). Nelle teorie del primo essa concorreva a dotare un uomo (sovrano) di tanto potere e di tanta forza da consentire al gruppo umano che gli si fosse sottoposto di uscire dallo stato naturale di ferinità. Per Locke, invece, la sovranità coincideva in gran parte con i poteri del parlamento, che operava sulla base di una costituzione che tutelava i diritti del popolo del quale esso era espressione. Con J.-J. Rousseau (1712-1778), le cui teorie ebbero vasta risonanza e influenza durante la rivoluzione francese, il concetto di sovranità cambiò profondamente rimodellandosi nei termini di sovranità popolare. Unico depositario del potere politico diventava il popolo visto come comunità di individui uniti da vincoli storici, culturali e territoriali. Pertanto la sovranità popolare tendeva a identificarsi con la sovranità nazionale e si poneva come una delle forze guida della storia europea ottocentesca. A. Spagnoletti ![]() S. Mastellone, Storia ideologica d'Europa da Savonarola a Adam Smith, Sansoni, Firenze 1979; Q. Skinner, Le origini del pensiero politico moderno, Il Mulino, Bologna 1989. |
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